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Bartolomeo Pagano, detto Maciste
(Genova 27 settembre 1878 - Genova, 24 giugno 1947)
Scaricatore del porto di Genova (camallo) fu scelto da un’apposita commissione creata per trovare un attore con le caratteristiche di gigante buono da inserire nel cast di Cabiria, film muto del 1914 girato da Giovanni Pastrone e sceneggiato da (tra gli altri) Gabriele D’Annunzio. Seguirono molti altri film tra i quali Maciste alpino, Maciste innamorato, ecc.
Maciste diventò famoso come interprete di una serie di film dal 1914 al 1926 di produzione sia italiana che tedesca recitando sempre nel ruolo positivo del buon gigante.
Fu uno degli attori cinematografici italiani più pagati dei primi anni del cinema italiano, riuscendo a percepire fino a 600.000 lire l'anno
La sua ultima apparizione fu in Giuditta e Oloferne del 1929. Dopo questo film, ammalatosi di diabete e non potendo più affrontare ruoli acrobatici, si ritirò definitivamente nella sua villetta di Sant'Ilario, acquistata coi i proventi di Cabiria. Fino all'ultimo mantenne una buona forma fisica, oltre che intellettuale (guai se la mattina non c'erano sul tavolo i quotidiani). Morì il giorno di San Giovanni mentre faceva la sua consueta passeggiata nella via principale di Sant'Ilario colpito da un arresto cardiaco e lasciando un ricordo che perdura ancora ai giorni nostri.
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(Genova 27 settembre 1878 - Genova, 24 giugno 1947)
Scaricatore del porto di Genova (camallo) fu scelto da un’apposita commissione creata per trovare un attore con le caratteristiche di gigante buono da inserire nel cast di Cabiria, film muto del 1914 girato da Giovanni Pastrone e sceneggiato da (tra gli altri) Gabriele D’Annunzio. Seguirono molti altri film tra i quali Maciste alpino, Maciste innamorato, ecc.
Maciste diventò famoso come interprete di una serie di film dal 1914 al 1926 di produzione sia italiana che tedesca recitando sempre nel ruolo positivo del buon gigante.
Fu uno degli attori cinematografici italiani più pagati dei primi anni del cinema italiano, riuscendo a percepire fino a 600.000 lire l'anno
La sua ultima apparizione fu in Giuditta e Oloferne del 1929. Dopo questo film, ammalatosi di diabete e non potendo più affrontare ruoli acrobatici, si ritirò definitivamente nella sua villetta di Sant'Ilario, acquistata coi i proventi di Cabiria. Fino all'ultimo mantenne una buona forma fisica, oltre che intellettuale (guai se la mattina non c'erano sul tavolo i quotidiani). Morì il giorno di San Giovanni mentre faceva la sua consueta passeggiata nella via principale di Sant'Ilario colpito da un arresto cardiaco e lasciando un ricordo che perdura ancora ai giorni nostri.
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Bartolomeo Pagano 1925